Le prelibatezze nate e custodite in Alto Adige sono innumerevoli, come molti di voi sapranno: si va dallo Speck ai prodotti caseari, dalle confetture di frutta ai gustosissimi dolci come lo Strudel e i Krapfen, e come potremmo poi non nominare i canederli (più famosi come Knödel), gli Spatzle bianchi e di spinaci, il riso cotto nel latte (Milchreis), i crauti marinati, le salsicce fresche e anche quelle affumicate (i Kaminwurzen)… Insomma, in queste terre di montagna le sfumature del gusto sanno incontrare e deliziare ogni tipo di palato e ne potremmo parlare per giorni interi.

Per evitare di esagerare, in questa occasione abbiamo deciso di concentrarci sulle specialità tipiche altoatesine che tornano regolarmente in un preciso periodo dell’anno: la Pasqua.

La Pasqua è un momento molto sentito in Alto Adige e non c’è da sorprendersi se qui, tra monti spesso impervi e difficili, le tradizioni viaggino ancora di pari passo con la liturgia della chiesa cattolica e strettamente connesse con i frutti del duro lavoro nei campi e con la ciclicità delle stagioni.

Ecco allora che sulla tavola pasquale degli altoatesini troveremo gli asparagi, freschissimi in questo periodo dell’anno, da fare al vapore sia i bianchi che verdi, accompagnati dalle uova sode e dal prosciutto “nuovo” del contadino, speziato e profumatissimo.

Accanto agli asparagi e al prosciutto sono poi letteralmente immancabili la salsa bolzanina, una preparazione facilissima a base di uova sode, olio di semi, erba cipollina, senape e aceto, il ricco pane pasquale con cumino e formaggio di malga nell’impasto e il cren, lo speciale insaporitore cremoso a base dell’omonima radice piccante, ottimo per piatti freddi e bollito.

Sempre dal punto di vista delle tipicità in tavola, molto diffusa è in Alto Adige anche l’abitudine di preparare o acquistare delle speciali pagnotte dolci a forma di gallina o coniglietto, con o senza semi di cumino, che i nonni e i padrini regalano rispettivamente ai nipoti e ai figliocci.

Il periodo pasquale in questi territori non si estende solo nei giorni immediatamente a ridosso alla Pasqua, ma inizia già prima, la Domenica delle Palme, quando l’ultimo della famiglia ad alzarsi e raggiungere il tavolo della colazione viene eletto asino delle palme (Palmesel) e in Chiesa vengono portati a benedire i rami d’ulivo (Palmbuschen).

Da qui in poi inizieranno i grandi preparativi, fuori e dentro la cucina, dagli addobbi per la casa come l’albero pasquale (Osterbaum – un ramo con gemme riempito di nastri e uova svuotate e decorate) e l’allestimento dei balconi con le piantine nuove, dalla preparazione dei prodotti da forno a quella dei salumi.

Il Giovedì Santo si colorano le uova, da usanza immergendole a bollire in acqua con le rape, la cipolla e gli spinaci.

Il giorno di Pasqua arriverà presto, con il coniglietto che nasconde le uova colorate in giardino e i bambini che corrono da tutte le parti per trovarle!

Per molte famiglie altoatesine è ancora una tradizione molto importante quella di riporre gli ingredienti del pranzo di Pasqua in un cesto e portarlo a benedire prima di consumarlo (Geweihte).

Le uova sode, che come avrete capito sono le grandi protagoniste della Pasqua tra le Dolomiti, vengono infine sottoposte ad un’ultima divertentissima prova prima di essere mangiate: si tratta di un test di resistenza chiamato Pecken (o Preisguffen). Tenendole strette nel pugno con soltanto un’estremità che spunta, le uova vengono fatte scontrare in una sfida che coinvolge tanto i compaesani in piazza quanto i parenti seduti a tavola. Di chi è l’uovo che resisterà più a lungo?

In molte località vengono organizzati dei veri tornei, in grado di attirare nutrite folle di turisti e curiosi che assistono con il sorriso a questa bizzarra competizione.

Autore: Laudina Fucà, cofondatrice e amministratrice di Bimbi nel Bosco, blog di esperienze per bambini e famiglie in Alto Adige.

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