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Il paese ad inizio anni novanta contava 4 milioni e mezzo di abitanti, in trent’anni ha quasi dimezzato la propria popolazione. Il Pil pro capite di 2.289 dollari (dati 2017) lo porta ad essere per distacco il paese più povero d’Europa: questo paese è la Repubblica di Moldova. La Moldova è stata una repubblica dell’Unione Sovietica dal 1940 al 1991, quando ha conquistato l’indipendenza. Secondo il censimento del 2014, ha 2,8 milioni di abitanti. Nel 2004 erano 3,4 milioni (i dati non includono la Transnistria, territorio che nel 1990 si e proclamato indipendente) Nel 1992 il paese, Transnistria compresa, aveva 4,3 milioni di abitanti. Secondo le stime, dall’indipendenza almeno un milione di moldavi è emigrato. Tra le principali destinazioni ci sono la Russia, l’Italia e la Spagna. Uno dei principali problemi del paese rimane l’assistenza ai bambini, una delle più alte percentuali dell’Europa di bambini sono assistiti in case famiglia o nidi. Secondo una ricerca dell’Unicef, circa 20 mila bambini hanno entrambi i genitori all’estero, mentre 80 mila ne hanno almeno uno. Le spedizioni di denaro da parte della popolazione emigrata verso la terra madre, in favore dei famigliari rimasti, equivalevano nel 2017 a circa 1/5 del PIL dell’intero paese.

Situata oltre i confini dell’Unione Europea, stretta tra Romania e Ucraina, la Moldova è una terra di transito che, due decenni dopo l’indipendenza, cerca ancora ispirazione guardando sia verso Mosca sia verso Bucarest. Per secoli è stata terra di conquiste, provenienti da est e da ovest. Sono tre le date fondamentali della sua storia contemporanea: il 1812, anno in cui la conquista zarista sottrasse la Moldova al giogo ottomano sotto cui era rimasta dal 1504; il 1918, con l’annessione di parte della Moldova – la regione a ovest del fiume Dnestr – alla Grande Romania; il 1940, quando fu creata la Repubblica socialista sovietica di Moldova.

Autore – Mauro Libardoni